Le Castella e l'arcipelago scomparso a cura di Edizioni Il Campano

prefazione

“È un paese questo dove la dignità, la nessuna servilità, la personalità, la libertà interiore, sono le molle dell’esistenza ”
(Corrado Alvaro, 1942)

Le Castella è un piccolo paese della Calabria ionica che conserva in modo diretto un monumento dell’antichità, un castello che nelle notti stellate infrange il silenzio di chi lo ammira attonito e racconta un destino fatto di gloria e grandezza ma anche di polvere e vite spezzate...
Non è stato facile per un castello al crocevia di tanti interessi resistere al tempo.
Parla una lingua difficile questo capolavoro nell’acqua, come i tanti idiomi che le sue mura hanno udito al cambiare del vento.
Dal greco al latino, dal turco all’arabo e infine alle varietà romanze: quante parole sono state dette in questo angolo di eternità!
È però con la lingua del suo cuore che l’Autore racconta in questo volumetto la storia complessa del suo amato “natio borgo selvaggio”, rivolgendosi a lettori esperti nella storia della Calabria antica come anche a chi ignori le intricate vicende politiche e militari che giustificano la presenza stessa del castello.
Nel libro si traccia un quadro generale dei tanti avvenimenti salienti che hanno attraversato le vene di questa terra, un’ operazione che vuole servire anche da monito ad approfondire la ricerca delle fonti che contribuiscono a ricostruire la storia di questa località abusata, purtroppo, non dalla dottrina ma più spesso da uno sfruttamento turistico che ne violenta le radici con la conseguenza di cancellare il ricordo dei tempi passati.
Il ruolo strategico, rivestito da questo piccolo ma imponente centro, e la sua importanza come punto di intersezione o di tangenza degli interessi di tante e diverse potenze meri- tavano uno sguardo come questo che considera Le Castella non semplicisticamente come una località di mare splendida ma ne amplia gli orizzonti, conferendole un rango di sito degno di interesse scientifico.
Lo scopo di questo lavoro è quello di chiarire i passaggi di una storia che è cominciata in un’epoca molto lontana e che, col passare del tempo, ha rinnovato la sua linfa vitale come il nostro mare che quando tempestoso, quando calmo e suadente, rinnova la sua eterna presenza.
Proprio il mare, che alterna momenti di calma ad altri di violenza, è una metafora adatta dei vari periodi storici che il paese ha conosciuto, ora terribili e sconvolgenti, ora tranquilli e pieni di speranza.


Nicoletta Tangaro